Per tuziorismo

Nel linguaggio giuridico, per lo più processuale, si usa dire “per tuziorismo”, intendendo con ciò evidenziare una propria prudenza scrupolosa, quasi superflua, e spesso proposta in via meramente subordinata (ad es.: “la domanda avversaria è del tutto infondata nell’an e nel quantum; è per mero tuziorismo, quindi, che se ne eccepisce, comunque, l’estinzione per prescrizione”).

L’espressione prudenziale di cui sopra deriva infatti dal latino “tutus”, che significa “sicuro, libero da rischi”, e quindi dal comparativo “tutior” ossia “più sicuro”, e ha origine nella teologia morale medievale (che riteneva appunto più prudente credere in Dio anziché no), ed in particolare nel c.d. principio di minimax elaborato dal filosofo aristotelico Pietro Pomponazzi, secondo cui occorre sempre agire minimizzando la perdita massima: fra più azioni possibili, si deve cioè scegliere quella la cui conseguenza peggiore è comunque migliore delle conseguenze peggiori di tutte le altre azioni.

In arg. cfr. Garbolino P., I fatti e le opinioni – La moderna arte della congettura, pag. 22 e ss.

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