I depositi bancari sono (ancora) sicuri?

Proprio (ma non solo) al fine di tutelare coloro che hanno effettuato depositi presso le banche, queste ultime sono tenute a depositare presso la Banca d’Italia una certa somma di denaro, detta “riserva obbligatoria” (per approfondire, clicca qui).

La somma da destinare a riserva obbligatoria è determinata in percentuale ai depositi, che negli anni ottanta era del 22,5%.
Attualmente, invece, la percentuale da destinare a riserva obbligatoria è del 2%, da calcolarsi non su tutti i depositi, ma solo su quelli per cui vi è obbligo di rimborso a breve (cfr. Regolamento Banca Centrale Europea).

 
In caso di bisogno, cioè ove tali riserve non fossero sufficienti, interverrebbe il Fondo Interbancario di Garanzia, con possibilità di rimborso fino ad  € 103.291,38 per ciascun intestatario del conto di deposito (salvo eccezioni, ad es. depositi al portatore, crediti derivanti da operazioni in titoli, ecc.).

Il Fondo Interbancario (che non è lo Stato, né la Banca d’Italia ma un Consorzio di banche)  funziona mediante i “sistemi di garanzia”, che sono appunto deputati ad effettuare i rimborsi” (art. 96 e ss. D.Lgs n. 385/1993), fino ad un massimo di € 357miliardi di euro (cfr. Monogragia FITD, pag. 102 e ss.)

In definitiva, nel caso di crack isolati e sporadici, il correntista non ha certamente problemi ad ottenere soddisfazione dal sistema bancario, attraverso il ricorso alla riserva obbligatoria del 2% e/o al Fondo di Garanzia Interbancario, pur nei limiti anzidetti.

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