«Secondo alcuni recenti studi sulla memoria, di fronte ad un elenco di informazioni, si tende a ricordare meglio le prime (effetto primacy) e le ultime (effetto recency), mentre al contrario quelle poste nella parte centrale della lista vengono meno facilmente registrate nel ricordo.
E’ emerso, in particolare, che il ricordo degli elementi finali prevale se si chiede di rievocare subito l’elenco, mentre se lo stesso compito viene effettuato dopo un certo lasso di tempo prevale il ricordo dei primi elementi: tale complessivo effetto (detto “di posizione seriale”) è ovviamente ben noto all’avvocato, il quale -nei limiti in cui può- nel processo fa ad esempio in modo che i propri “testi chiave” siano preferibilmente sentiti per primi, così da influenzare il convincimento del giudice circa il successivo sviluppo della prova (allo stesso modo di come i voti precedenti di un libretto universitario possono spesso influire sulle valutazioni dei successivi esami) e per ultimi, affinché appunto l’informazione più “fresca” possa in qualche modo influenzare positivamente il provvedimento che il giudice si accinge a pronunciare (a chiusura dell’udienza stessa o, addirittura, dell’intero processo).»
Le tecniche persuasive dell’avvocato (conoscerle, applicarle, difendersene), pagg. 39-40
(ISBN: 978-1-4523-2891-1)
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